Uno dei problemi più frequenti in fase di produzione musicale, e di mix, è mixare kick e basso. Essi ricoprono un ruolo centrale nella musica elettronica e non solo.
E’ perciò molto importante valorizzarli e far si che essi coesistano senza problemi all’interno del mix.
La difficoltà nel mixare questi due elementi è dovuta al fatto che entrambi ricoprono lo stesso range di frequenze, causando mancanza di definizione nelle basse frequenze, sbilanciamento dello spettro sonoro, mascheramenti e cancellazioni di fase. Inoltre le frequenze basse sono più complesse da gestire in quanto scarsamente riprodotte dalla grande maggioranza dei sistemi di riproduzione.
Fortunatamente, per mixare kick e basso esistono alcune regole precise e universalmente valide, che puoi utilizzare nelle tue produzioni. In questo articolo ti illustrerò 3 step per mixare kick e basso.
Relazione tra kick e basso
Una volta trovati il kick e il basso che vuoi utilizzare nella tua traccia, ti puoi imbattere in tre diversi possibili scenari:
- La frequenza fondamentale del basso è al di sotto di quella del kick
- La frequenza fondamentale del kick è al di sotto di quella del basso
- La frequenza fondamentale del basso coincide con quella del kick
Mentre nei primi due casi, il procedimento è praticamente identico, nel terzo sarà più difficile far si che kick e basso coesistano senza intralcio, poiché è molto più probabile che si presentino i problemi prima citati (mancanza di definizione, mascheramenti ecc.).
La prima regola, quindi, per mixare correttamente kick e basso, è scegliere suoni in giusta relazione tra loro, cercando di evitare che le loro frequenze fondamentali coincidano, il che renderebbe il processo più lungo e complesso.
Come mixare il Kick
Prima di imparare come mixare cassa e basso capiamo come è composto un kick.
Possiamo dividere il kick in tre sezioni: Body, Muddy e Attack.
Ciascuna sezione corrisponde ad una precisa zona della spettro sonoro, rispettivamente:
- Body: 50-120 Hz
- Muddy: 200-800 Hz
- Attack: 1-15KHz
Agendo su ciascuna di esse, otterremo tre effetti diversi: enfatizzando la parte bassa, ovvero il Body, andremo ad aumentare il punch, agendo invece sul muddy, interverremo su quelle frequenze che rendono il kick meno definito e “scatoloso”, che possono essere d’intralcio ad altri strumenti. Ed infine, nelle frequenze medio-alte e alte, vi è l’attacco della cassa o “punta” (non a caso questa sezione viene chiamata Attack), importante per enfatizzare il transiente e far si che il kick sia ben definito all’interno del mix.
Per capire realmente l’effetto che si ottiene intervenendo sulle diverse zone è necessario provare ad equalizzare diversi kick. Imparerai così a scolpire la cassa perfetta per le tue tracce.
Come mixare il Basso
Il basso invece, possiamo dividerlo in quattro sezioni:
- Sub: 20-50Hz
- Body: 50-120 Hz
- Muddy: 200-800 Hz
- Attack: 1-15KHz
Anche in questo caso, ciascuna sezione corrisponde ad una precisa zona della spettro sonoro, e rispettivamente 20-50Hz, 50-120 Hz, 200-800 Hz e 1-15KHz. La zona delle sub-frequenze è molto importante, soprattutto in particolari generi musicali, ma è anche quella che bisogna controllare con più attenzione.
Possiamo ora procedere con i 3 Step per mixare kick e basso.
3 Step per mixare Kick e Basso
1. Equalizzazione
Il primo step consiste nell’equalizzare il kick e il basso. Ciò che andremo a fare è tagliare al basso la frequenza fondamentale della cassa e viceversa, cioè tagliare alla cassa la frequenza fondamentale del basso.
In questo modo creeremo lo spazio necessario all’interno dello spettro sonoro, affinché questa non venga mascherata. Se per esempio la cassa ha la frequenza fondamentale a 50 Hz, andrò a tagliare quella frequenza dal basso, e lo stesso farò sul kick.
Puoi inoltre enfatizzare leggermente le frequenze fondamentali di entrambi per far si che siano ancora più definiti all’interno del mix.
2. Compressione
Nel secondo step ci occuperemo di comprimere insieme il kick e il basso, per controllarne la dinamica ed evitare che suonino slegati tra loro.
Puoi utilizzare il compressore che più ti aggrada, in insert o in mandata. L’importante è applicare una compressione leggera, con un’attacco e una release abbastanza lenti, in modo da non agire sui transienti. Personalmente utilizzo il Glue Compressor di Live, o il Compressore di Logic, che si prestano molto bene. Ti accorgerai di come il suono diventi subito più compatto e fermo.
3. Sidechain
Siamo arrivati all’ultimo step, forse quello più importante, in cui utilizzeremo un’altro compressore, ma in questo caso in Sidechain.
Un compressore in sidechain è un compressore che una volta applicato ad una traccia, verrà attivato da un segnale esterno. La compressione avviene sulla traccia in cui è inserito, ma seguirà il segnale in ingresso proveniente da una traccia esterna.
Per fare ciò, ti basta inserire il compressore sidechain in insert sulla traccia di basso, e impostare come sorgente esterna la traccia di cassa. In questo modo faremo si che ogni volta che suona la cassa, il volume del basso verrà abbassato per la durata del kick, per poi tornare al volume originale.
Anche in questo caso puoi utilizzare il compressore che desideri, o volendo, puoi ottenere lo stesso risultato utilizzando le automazioni di volume (anche se più laborioso).
Glue compressor in sidechain.
Automazioni di volume sul Basso in funzione del Kick.
Conclusione
Spero che questo articolo ti sia stato d’aiuto, ora non ti resta che mettere in pratica le tecniche che ti ho illustrato. Segui attentamente questi 3 step e utilizzali come “base” su cui sviluppare la tua personale tecnica per mixare kick e basso.
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voglio farvi i complimenti per i posts che scrivete, sono molto interessanti. Una domanda: come capisco qual’è la FREQUENZA FONDAMENTALE del kick o del basso ? Ha un suono differente oppure devo attingere ad un elenco che mi dice a quale frequenza corrisponde ciascuna nota ?
Grazie
Ciao, utilizzando un EQ dovresti notare una frequenza predominante sia sul Kick, sia sul Basso. Questa è la frequenza fondamentale. Con l’EQ puoi enfatizzare questa frequenza per individuarla in modo preciso, te ne accorgi perché inizierà a risuonare. Poi potrai attenuarla di qualche dB.
Se vuoi sapere a quale nota corrisponde la frequenza fondamentale, ti basta una rapida ricerca su google, ci sono anche delle tabelle che lo spiegano.